E’ stato completamente smontato il ponteggio che per cinque mesi ha ingabbiato la facciata principale del municipio di Savona, su piazza Sisto IV. L’intervento di sostituzione di parte del tetto e il restauro della lunga balaustra e del frontone con lo stemma del Comune di Savona – che svetta sulla piazza a oltre 14 metri di altezza – è stato completato in anticipo rispetto ai tempi prefissati.
Il grande frontone e le balaustre erano da molto tempo ridotti in forte stato di degrado, costituendo anche un rischio potenziale per l’incolumità pubblica. Il restauro degli ormai storici manufatti in cemento armato, ormai storici, è stato realizzato in costante contatto con la Soprintendenza di Genova. Ad eseguirlo sono stati eseguiti dalle ditte Edilge Costruzioni per la parte edile, e dalla Co.Art per il restauro. Il progetto e la direzione dei lavori sono stati curati dall’architetto Romeo Vernazza di Valleggia. La spesa sostenuta supera i 250 mila euro.
“Un intervento necessario non solo da un punto di vista estetico, ma anche per una questione di sicurezza e soprattutto di tutela ambientale – ha spiegato il sindaco di Savona Ilaria Caprioglio presentando i lavori -. Abbiamo sostituito 678 metri quadrati di copertura in eternit che, sebbene ancora in buone condizioni, si sarebbe usurata creando rischi alla salute dei cittadini”. “Senza dimenticare anche il valore storico e artistico di questo intervento” ha aggiunto l’assessore ai Lavori Pubblici e all’Ambiente Piero Santi.
Il municipio di Savona fu realizzato negli anni Trenta del secolo scorso su progetto dell’ing. Nicolò Campora, in stile neoclassico e non moderno, in quanto doveva sorgere nella zona a confine tra il centro medievale e la parte ottocentesca della città. Costruito sopra l’esistente edificio che ospitava l’asilo “Regina Margherita”, costò allora circa 1.800.000 lire (pari a circa 1, 6 milioni di euro oggi) e venne inaugurato nel 1935. Come molte costruzioni dell’epoca, la facciata principale aveva fasci littori ai lati dello stemma di Savona, fregi che furono rimossi alla fine della guerra, nel 1945.